Presentazione

Il conseguimento della Laurea triennale in Scienze Religiose prevede un esame conclusivo di tipo sintetico che verte su tematiche  proprie delle aree disciplinari  comprese nel Piano di studi dell’Istituto.

Per ciascuna disciplina curricolare il tesario propone  un tema sintetico cui seguono due o più nodi essenziali,  tutti in relazione tra loro e legati al tema iniziale quanto ai contenuti e quanto al metodo.

La tipologia prescelta risponde all’esigenza di rendere agevole il conseguimento della finalità specifica di questo tipo di esame. L’esame sintetico non intende infatti verificare la conoscenza analitica dei vari contenuti disciplinari, mira piuttosto ad accertare la padronanza di un solido e convincente metodo di studio, tale da consentire,  in una visione globale e sintetica, la rielaborazione personale dei contenuti acquisiti nel corso degli studi.

Le facoltà maggiormente chiamate in causa sono quelle che consentono di stabilire relazioni e collegamenti tra i singoli argomenti e delle varie discipline tra loro in funzione di un apprendimento complessivo e organico.

La linea logica che tiene insieme il tema sintetico e i nodi essenziali offre il punto di vista  sia al docente che pone la questione, sia allo studente che organizza compiutamente il suo discorso in un’ottica sintetica e interdisciplinare.

Ne consegue che la prova conclusiva deve essere tenuta presente fin dall’inizio del corso di studi e lungo l’intero  curricolo perché costituisce il coronamento di un processo di crescita  culturale cui è possibile pervenire se le diverse discipline, sia negli aspetti analitici, sia in quelli sintetici, costituiscono un ambito di indagine da percorrere non in modo puramente nozionistico,  ma come itinerario particolare di una mappa per orientarsi in un progressivo panorama globale e complessivo delle discipline teologiche.

Al fine di orientare sia gli studenti sia i docenti al conseguimento degli obiettivi specifici dell’esame sintetico, sembra opportuno fornire alcune indicazioni pratiche:

  1. È compito del docente che pone la questione orientare lo studente a mantenersi   su un piano di sintesi, guidandolo a cogliere il legame tra le diverse tematiche e stimolando la comprensione dei vari temi in una prospettiva interdisciplinare e unitaria.
  2. Gli studenti, rispondendo alla domanda, definiscono un percorso per loro significativo e ne giustificano la scelta, dando prova di sapersi orientare nella complessità degli ambiti disciplinari con metodo, competenza,  chiarezza e capacità critica.

I docenti delle discipline comprese nel tesario finale danno la loro disponibilità per eventuali chiarimenti di carattere generale, di contenuto o di metodo.

  1. Tematica Filosofica

Tema sintetico

Nella sua dimensione di annuncio, di comprensione di sé e di difesa delle proprie posizioni, la fede cristiana ha sempre avuto consapevolezza di dover coniugare l’orizzonte della fede nella parola rivelata con l’esigenza di comprenderla e formularla coerentemente nell’orizzonte della ragione.

Nodi essenziali

  1. La questione del rapporto tra Fides e Ratio ha trovato una sua formulazione esemplare nel Credo ut intelligam et intelligo ut credam (Agostino) e nel Fides quaerens intellectum (Anselmo). In tempi recenti la questione è stata spesso ripensata nei termini della circolarità ermeneutica. Limiti e possibilità di un tale approccio.
  2. «La filosofia, che già da sé è in grado di riconoscere l’incessante trascendersi dell’uomo verso la verità, aiutata dalla fede può aprirsi ad accogliere nella “follia” della Croce la genuina critica a quanti si illudono di possedere la verità, imbrigliandola nelle secche di un loro sistema» (Fides et ratio, 23).
  3. Sapere scientifico e sapere teologico: rispettivi metodi, differenze e possibilità di dialogo. Teologia naturale e teologia rivelata: metodi di indagine, limiti e finalità. L’esistenza di Dio: le vie tomistiche e la loro critica in I. Kant.
  4. Rilevanza teologica dell’accessibilità razionale al mistero di Dio: fideismo, gnosticismo e agnosticismo, integralità antropologica dell’atto di fede, necessità della Rivelazione (cfr. Sap 13,1-9; Rom 1,19-20; Dei Filius, cap. IV).
  1. Tematica Storica

Tema sintetico

La Chiesa cattolica, piccolo gregge costituito da Cristo per essere popolo tra i popoli, quale organismo vivente guidato dallo Spirito Santo, è soggetta a uno sviluppo e a una crescita nella comprensione dell’unica fede apostolica. Fedele alla sua missione di evangelizzazione degli uomini di tutti i popoli e nazioni, fin dalle sue origini conosce nel processo di inculturazione e nell’evento dei Concili due espressioni fondamentali  del suo cammino storico.

Nodi essenziali

  1. L’inculturazione della fede nella Chiesa apostolica (giudeocristiani, ellenisti, Paolo) e nel Cristianesimo dell’Impero Romano (apologetica e Padri della Chiesa) segna l’esordio di un processo vitale di incontro tra il dono della fede offerto da Cristo all’umanità e l’uomo storicamente radicato nel proprio tempo e nella propria cultura.
  2. Cause e specificità delle “teorie conciliari” all’alba dell’età moderna. Nel processo storico della vita della Chiesa il Concilio di Costanza rappresenta un momento critico ma fortemente espressivo dell’esigenza del Cristianesimo di incorporarsi nella cultura vivente degli uomini.
  3. Il fenomeno storico del consolidamento ad intra della Chiesa cattolica nel Concilio di Trento e nel Vaticano I come espressione di una fase di riflessione su se stessa per disporsi a nuove tappe di incontro con il mondo degli uomini.
  4. Esigenze pastorali di inculturazione e di rinnovamento teologico hanno ispirato e guidato il Concilio Vaticano II che si è proposto come Chiesa in dialogo con tutti gli uomini di buona volontà.
  1. Tematica Biblica

Tema sintetico

Il Nuovo Testamento accoglie l’Antico Testamento come Parola di Dio che riceve nuova luce dal compimento in Cristo, Verbo di Dio incarnato. Il Nuovo Testamento proclama che nel mistero della vita, morte e risurrezione di Cristo le Sacre Scritture del popolo ebraico hanno trovato il loro perfetto adempimento. Ne segue che anche  il Nuovo Testamento richiede di essere letto alla luce dell’Antico: Dio… ha sapientemente disposto che il Nuovo fosse nascosto nell’Antico e l’Antico fosse manifestato nel Nuovo. (Dei Verbum, 16).

Nodi essenziali

  1. L’Alleanza tra Dio e il popolo di Israele, sancita durante l’esodo per mezzo di Mosè, e il progressivo cammino verso il monoteismo, sempre più trascendente e, al tempo stesso, immanente è caratterizzato dall’infedeltà del popolo di Israele attratto dall’idolatria. È questo il tema principale che riscontriamo nella tradizione profetica a partire da Amos e da Osea che denunciano la rottura dell’Alleanza. La predicazione dei profeti annuncia il dono di un cuore nuovo (Ger 31,31-34) e di uno spirito nuovo (Ez 11, 19,21; 36, 26-27), che permetterà di assimilare e praticare la Legge.
  1. “Il Regno è vicino!” (Mc 1,15). Sono le prime parole che Gesù pronuncia all’inizio del suo ministero. Il compimento del tempo inaugura il Regno: è l’ultima fase della storia della salvezza, che richiede fede e conversione e si conclude al termine della storia con il ritorno di Cristo quale giudice per instaurare definitivamente il Regno celeste. È già presente nella persona di Gesù e nella sua predicazione, come emerge con grande evidenza nei vangeli sinottici. Il Regno di Dio è una realtà trascendente: la sua sede naturale è il cielo ove domina la signoria di Cristo; ma il Regno è già presente sulla terra nello Spirito del Risorto che agisce nella storia degli uomini.
  1. Per Paolo l’uomo è peccatore. A causa del peccato l’uomo soffoca la verità propria di Dio (Rm 1, 18-19), confonde il Dio creatore con le sue creature, fino a perdere il rapporto fondante con lui. Nell’espressione «giustificazione per mezzo della fede» Paolo condensa l’annuncio evangelico: nella nuova relazione con Cristo morto e risorto l’uomo è liberato dal peccato, riceve il dono dello Spirito e cammina nella vita nuova in Cristo.
  1. Tematica Fondamentale

Tema sintetico

L’incontro tra l’uomo e Dio si realizza mediante un duplice movimento: ricerca di Dio da parte dell’uomo, ricerca dell’uomo da parte di Dio; da una parte, l’apertura e l’attesa umana della parola di Dio o del suo silenzio, dall’altro la libera rivelazione di Dio nella storia di Israele e nell’evento di Gesù di Nazaret. A partire da questa tensione polare, si comprende la convenienza, la ragionevolezza e la credibilità della fede della Chiesa nel mistero di Cristo.

Nodi essenziali

  1. L’uomo si riconosce in azione come apertura all’assoluto e come domanda di senso totale. La realtà è occasione offerta alla libertà umana per scoprire l’urgenza e la domanda che Dio si riveli. L’attesa nella possibile rivelazione è perciò l’atto più ragionevole dell’essere umano.
  1. Il culmine della rivelazione di Dio si realizza in Gesù Cristo: nei suoi gesti, nelle sue parole, nel suo rapporto col Padre, nella sua concezione della vita, nella sua passione, morte e resurrezione. L’esperienza umana di Gesù di Nazaret – così come tramandata dalla Scrittura letta alla luce dell’interpretazione ecclesiale – è la testimonianza credibile del mistero di Dio.
  1. La memoria attualizzante dell’evento di Cristo si ripropone nella vita della Chiesa come comunione visibile animata dallo Spirito Santo e come Tradizione. Nella Traditio la Chiesa cresce nella coscienza dell’opera storica di Dio e trasmette nello Spirito quanto Gesù Cristo ha ricevuto dal Padre. Nella Tradizione si distinguono il processo del trasmettere (actus tradendi), il contenuto trasmesso (traditio obiectiva) e i soggetti della tradizione (traditio subiectiva).
  1. Tematica Cristologico-Trinitaria

Tema sintetico

Il Mistero di Dio Uno e Trino si situa al centro della professione di fede cristiana e può essere riassunto dall’espressione di 1Gv 4,8.16: “Dio è Amore”. Seguendo l’assunto di matrice rahneriana, la Trinità che si manifesta nell’Historia Salutis è la Trinità immanente; mistero che si comunica all’uomo in completa libertà e gratuità. Dio si rivela pienamente e definitivamente in Gesù di Nazareth, Figlio di Dio incarnato: “In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui” (1 Gv 4,9). Gesù Cristo è l’autocomunicazione di Dio nella nostra Storia; la sua Persona costituisce un elemento insuperabile del rapporto Dio-uomo.

Nodi essenziali

  1. Nelle parole di Gesù Cristo, Verbo fatto carne, è espressa l’autocoscienza divina e svelata l’identità del Padre suo e dello Spirito-Dono. La riflessione sul Mistero del Dio Triunitario ha come luogo cardine la comunità cristiana: alla luce dell’evento pasquale, che rivela la piena signoria del Cristo, si inizia a riflettere sulla relazione che intercorre tra le Persone divine. Nei Vangeli si rilegge il messaggio veterotestamentario e si esprime la rivelazione di Gesù Cristo e la fede cristiana. L’annuncio apostolico e le testimonianze dei Padri della Chiesa costituiscono i primi passi di un processo dottrinale teso a salvaguardare la triunità di Dio e la vera identità di Gesù Cristo, contro il monolitico monoteismo di matrice giudaica e il politeismo proveniente da altri poli culturali.
  1. La formazione della dottrina cristologico-trinitaria ha nei Simboli di Fede e nei pronunciamenti dei Concili un chiaro momento di definizione dogmatica. Attraverso tali formule, la riflessione della Chiesa cerca di tradurre il contenuto del depositum fidei, tenendo conto delle diverse problematiche (eresie) e del mondo culturale, cui deve fare fronte per annunciare la Verità profonda di Dio.
  1. Termini essenziali per comprendere la novità del Dio cristiano e la singolarità di Gesù Cristo sono le nozioni a cui si affida la teologia: Natura, Sostanza, Persona, Missioni, Processioni, Pericoresi, Incarnazione, Mediazione salvifica, Soddisfazione…; fanno parte di un vocabolario che esprime la possibilità di approfondire le realtà divine, senza mai misconoscere l’assunto agostiniano del Deus semper maior.
  1. Tematica Antropologica

 Tema sintetico

La visione cristiana dell’uomo si fonda sulla sua incorporazione a Cristo. Implica quindi una relazione tra cristologia e antropologia nel segno della predestinazione in Cristo intesa come filiazione, in vista della universalità del disegno di salvezza. La relazione cristologia-antropologia è quindi il principio architettonico dell’antropologia teologica alla luce della dimensione biblica e pneumatologica, secondo il recupero proposto dal rinnovamento conciliare.

Nodi essenziali 

  1. L’uomo centro dell’antropologia cristiana. La cifra biblico-patristica di imago Dei e le componenti antropologiche di anima e corpo, elementi per una visione sintetica della libertà creata che qualifica l’uomo come capace di relazione. La sua declinazione nella relazione al mondo, nella dimensione corporea e nella differenza sessuale.
  1. Il peccato originale come perdita della conformità a Cristo. Sullo sfondo della creazione in Cristo (stato originario), l’ermeneutica del dogma del peccato originale attraverso la teologia biblica del peccato e l’analisi critica del dato magisteriale profila un suo rinnovato annuncio e il senso per l’oggi.
  1. La libertà cristiana è chiamata alla comunione in Cristo e si realizza attraverso la grazia dell’incorporazione. Il ripensamento biblico-teologico della Grazia nel contesto della incorporazione a Cristo, mediante lo Spirito. Il dinamismo della vita di grazia nell’uomo e il suo rapporto con la libertà.
  1. Il compimento escatologico. La realizzazione del progetto divino e della libertà creata. Il ripensamento biblico–teologico dei temi classici dell’escatologia cristiana: morte e vita, giudizio e misericordia, destino finale dell’uomo.
  1. Tematica Ecclesiologica

Tema sintetico

La Chiesa è comunione  perché fondata sulla Trinità, che la costituisce come comunità d’amore. Essa nasce dalla volontà salvifica universale di Dio: prefigurata in Israele, costituita in Cristo nello Spirito, è popolo di Dio in cammino verso la pienezza del Regno; in relazione con ogni uomo e col mondo, è sacramento universale della salvezza.

Nodi essenziali

  1. La riflessione sulla Chiesa si sviluppa già nella comunità neotestamentaria che rilegge e trasmette l’evento Cristo; si configura servendosi di categorie diverse nel corso della storia. La fede cristiana qualifica la Chiesa con le note dell’unità, della santità, della cattolicità e dell’apostolicità.
  1. La Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica. Essa ha una dimensione universale ed una locale. L’unità si distingue dall’uniformità ed è invocata da Dio e ricercata già nella Chiesa primitiva. Alle diverse e continue divisioni all’interno del popolo di Dio fanno seguito altrettanti tentativi di riconciliazione. Il movimento ecumenico sorge per impulso dello Spirito e si sviluppa sino ad assumere la conformazione attuale, precisando le sue finalità e raggiungendo convergenze teologiche significative.
  1. Maria, segno della fedeltà di Dio alle Promesse culminate in Cristo: è Madre di Dio, fa parte della Chiesa e ne prefigura la perfetta realizzazione nella fede e nell’amore. Lo sviluppo teologico nelle varie epoche storiche chiarisce il dogma e la figura di Maria nella storia della salvezza.
  1. La Chiesa è chiamata ad annunciare il Vangelo ed educare alla fede nell’attuale contesto socio-culturale. Tutta la comunità cristiana è responsabile dell’evangelizzazione e della catechesi, nella fedeltà a Dio e all’uomo.
  1. Tematica liturgico-sacramentaria

Tema Sintetico

La concezione sacramentale del Concilio Vaticano II rilegge la categoria teologica di mistero-sacramento in riferimento a Cristo, alla Chiesa, alla vita liturgica della Chiesa e in particolare ai sette sacramenti. Il fondamento biblico si sviluppa nella storia con approcci teologici diversificati, le cui tappe principali si possono riconoscere nella teologia patristica, nella teologia scolastica, nella teologia del Novecento.

Nodi Essenziali

  1. L’iniziazione cristiana in prospettiva unitaria. A partire dal fondamento biblico la Chiesa ha sviluppato una forma celebrativa e una teologia dell’iniziazione cristiana che hanno assunto modalità diverse nel corso della storia. L’articolazione sacramentale di Battesimo, Confermazione, Eucaristia secondo la visione attuale: i riti liturgici dell’iniziazione cristiana, le prospettive teologiche, le questioni pastorali.
  1. Il mistero eucaristico in quanto memoriale, sacrificio, convito, rendimento di grazie. L’attuazione celebrativa e il valore teologico del rito liturgico. Dimensioni teologiche: la presenza sacramentale del sacrificio di Cristo, il rapporto tra Eucaristia e Chiesa, il rapporto tra Eucaristia ed etica.
  1. I sacramenti della Penitenza, dell’Unzione degli infermi, dell’Ordine e del Matrimonio nel contesto del settenario sacramentale. Di ciascun sacramento si può cogliere come, a partire dall’atteggiamento di Cristo e degli apostoli, la Chiesa nelle varie epoche storiche abbia elaborato delle forme celebrative e delle prospettive teologiche. Il Magistero a sua volta è intervenuto per precisare le principali questioni dottrinali. L’approccio della Chiesa attuale verso i singoli sacramenti in prospettiva liturgica, teologica e pastorale.
  1. La liturgia nell’economia della storia della salvezza e come attuazione del mistero pasquale. Il contributo del Concilio Vaticano II alla visione teologica della liturgia e alla valorizzazione della celebrazione liturgica come luogo dell’incontro con Dio. La celebrazione della liturgia nei sacramenti e nell’anno liturgico.
  1. Tematica morale

Tema Sintetico

L’agire morale del cristiano, radicato e fondato nel mistero pasquale di Cristo, Alfa e Omega della creazione, si presenta come libera e progressiva conformazione al Figlio che, obbediente al Padre e in comunione con lo Spirito Santo che opera nel mondo, dona se stesso per la salvezza di ciascuno e di tutti.

Nodi essenziali 

  1. La coscienza morale è oggi sottoposta al pericolo di confusione del bene e del male. Ciononostante, quale nucleo nel quale l’uomo è solo con Dio e originario vicario di Cristo, essa è difesa efficace della dignità umana, custodia vigile dell’unicità personale e interiorità di comunione e dialogo tra gli uomini.
  1. L’amore coniugale, diretto da persona a persona con un sentimento che nasce dalla volontà, di per sé aperto alla vita e assunto nell’amore di Cristo per la Chiesa, unisce in sé valori umani e divini: continuità e sviluppo sul piano teologico, antropologico e morale nell’insegnamento del Vaticano II, della Humanae Vitae e di Giovanni Paolo II.
  2. La ricerca del regno di Dio e della sua giustizia avvengono qui e ora nella scoperta del disegno d’amore che Dio ha per l’umanità. Il cristiano, custode del creato e del prossimo a lui affidati, trova nel messaggio del Vangelo e nella riflessione operata dalla dottrina sociale della Chiesa, i principi, i criteri e le direttive per  trattare le cose del mondo e agire secondo la volontà di Dio.
Istituto Superiore di Scienze Religiose - Cagliari

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione propri e di terze parti per le sue funzionalità. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui su MAGGIORI INFORMAZIONI

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi